Nei giorni scorsi ha tenuto banco la questione
dell’opportunità di rappresentare in pubblicità la donna come angelo del
focolare, intenta a cucinare e a servire a tavola. E la discussione è stata
anche piuttosto sentita, tanto da impegnare esponenti di spicco della società
italiana. E così, l’altro ieri riflettevo su quanto sia davvero incredibile la
distanza che si percepisce tra la vita reale e certe discussioni.
L’altro ieri infatti mia moglie faceva il turno pomeridiano
al lavoro e non sarebbe rientrata prima delle 22 e 30 e mentre ero impegnato a
preparare la cena per la grande, tre anni e mezzo, e avevo in braccio il
piccolo di 15 mesi, riflettevo sulla pubblicità oggetto di tanto scalpore.
Secondo gli autorevoli commentatori assistere a questa
pubblicità avrebbe contribuito ad imporre un modello stereotipato di società in
cui la donna svolge funzioni serventi e non si affranca dal ruolo di angelo del
focolare ma anzi ne resta succube.
Il pensiero continuava a tornarmi in mente mentre, sempre
con il piccolo sul braccio destro, mettevo a tavola la pastina in brodo
vegetale per la grande, il piccolo aveva già mangiato la stessa pastina con in
aggiunta il passato di verdure.
Mentre poi mettevo gli ultimi pezzi in lavastoviglie, e
mannaggia ai cucchiaini nuovi che ho preso coi punti del supermercato che
bisogna metterli al contrario sennò scende il manico sotto al cestello e si
blocca il braccino che spruzza, ragionavo sul fatto che la pubblicità è
indirizzata a chi effettivamente sollecita la spesa, così la pubblicità dei
giocattoli è indirizzata ai bambini mentre gli spot per detersivi e alimenti
sono indirizzati agli adulti, quindi lo spot in cui la donna serve a tavola
marito e figli è indirizzato e viene seguito con maggiore attenzione dagli
adulti.
E così mentre procedevo ai vari lavaggi di denti e
chiappette, e continuandomi a chiedere perché mai il piccolo continui a mettere
i vagoncini del trenino nel bidé, riflettevo sul fatto che una pubblicità del
genere più che ‘educare’ l’infanzia ad una concezione distorta del ruolo
femminile nella società sembrerebbe tendere invece a gratificare la psiche
degli adulti.
Dopo aver messo i due pargoli a letto continuavo però a
riflettere sula questione, riflessione sospesa ancora per qualche minuto perché
la grande vuole stare con papino e ha deciso di venire ad accucciolarsi sul
divano mentre papà, cioè io, dopo aver fatto finalmente partire la
lavastoviglie ormai stracolma e aver svuotato e ripreparato la lavatrice con
partenza programmata a sei ore dopo, spazzava in cucina ed in soggiorno e
preparava la cena per mamma.
Mentre rimettevo a letto la bambina, che intanto era
crollata, mi chiedevo se il tanto chiacchierato spot fosse stato compreso
appieno dai suoi critici. Lo spot infatti non vende lo stile di vita in cui la
donna serve a tavola il marito ma utilizza quella immagine per vendere un altro
prodotto, non ha cioè un intrinseco contenuto educativo che possa andare
seriamente ad impattare sui processi di crescita di un infante.
Un contenuto
educativo molto più penetrante potrebbe averlo, tanto per fare un esempio,
diamine quando calpesti uno di quei puffetti in plastica a piedi nudi il dolore
è mistico, un cartone animato o uno di quei programmi cui i bimbi si dedicano
con la totale attenzione di cui sono capaci.
E così mi è venuto in mente che, ad esempio, in una puntata
di Peppa Pig la protagonista ed il fratellino trovano del tutto normale che
Papà Pig cucini mentre Mamma Pig è impegnata in un importante lavoro al
computer.
Bussano piano alla porta, è mia moglie che rientra dal
lavoro.
-
Sono stanchissima, vado subito a dormire.
-
Guarda che c’è la cena pronta.
-
Non ce la faccio, sapessi che giornata al lavoro, a che
stai pensando?
-
In questo momento a Peppa Pig.
-
Beato te.
E così quando ascolto certe critiche sull’immagine che si dà
dell’universo femminino negli spot o sul ruolo crescente che dovrebbero avere
le donne nella società odierna ritengo che si debba prestare più attenzione a
cogliere non solo quanto sta avvenendo ma anche quanto è già avvenuto nel campo
della reciprocità dei ruoli.
O almeno si debba vedere qualche puntata di Peppa Pig.
1 commento:
i maschietti mettono i vagoncini nel bidet perché sin da piccoli hanno voglia di infilà qualcosa da qualche parte! :-)
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