giovedì 3 ottobre 2013

A proposito di oggi, di femminismo e di Peppa Pig

Nei giorni scorsi ha tenuto banco la questione dell’opportunità di rappresentare in pubblicità la donna come angelo del focolare, intenta a cucinare e a servire a tavola. E la discussione è stata anche piuttosto sentita, tanto da impegnare esponenti di spicco della società italiana. E così, l’altro ieri riflettevo su quanto sia davvero incredibile la distanza che si percepisce tra la vita reale e certe discussioni.
L’altro ieri infatti mia moglie faceva il turno pomeridiano al lavoro e non sarebbe rientrata prima delle 22 e 30 e mentre ero impegnato a preparare la cena per la grande, tre anni e mezzo, e avevo in braccio il piccolo di 15 mesi, riflettevo sulla pubblicità oggetto di tanto scalpore.
Secondo gli autorevoli commentatori assistere a questa pubblicità avrebbe contribuito ad imporre un modello stereotipato di società in cui la donna svolge funzioni serventi e non si affranca dal ruolo di angelo del focolare ma anzi ne resta succube.


Il pensiero continuava a tornarmi in mente mentre, sempre con il piccolo sul braccio destro, mettevo a tavola la pastina in brodo vegetale per la grande, il piccolo aveva già mangiato la stessa pastina con in aggiunta il passato di verdure.
Mentre poi mettevo gli ultimi pezzi in lavastoviglie, e mannaggia ai cucchiaini nuovi che ho preso coi punti del supermercato che bisogna metterli al contrario sennò scende il manico sotto al cestello e si blocca il braccino che spruzza, ragionavo sul fatto che la pubblicità è indirizzata a chi effettivamente sollecita la spesa, così la pubblicità dei giocattoli è indirizzata ai bambini mentre gli spot per detersivi e alimenti sono indirizzati agli adulti, quindi lo spot in cui la donna serve a tavola marito e figli è indirizzato e viene seguito con maggiore attenzione dagli adulti.
E così mentre procedevo ai vari lavaggi di denti e chiappette, e continuandomi a chiedere perché mai il piccolo continui a mettere i vagoncini del trenino nel bidé, riflettevo sul fatto che una pubblicità del genere più che ‘educare’ l’infanzia ad una concezione distorta del ruolo femminile nella società sembrerebbe tendere invece a gratificare la psiche degli adulti.
Dopo aver messo i due pargoli a letto continuavo però a riflettere sula questione, riflessione sospesa ancora per qualche minuto perché la grande vuole stare con papino e ha deciso di venire ad accucciolarsi sul divano mentre papà, cioè io, dopo aver fatto finalmente partire la lavastoviglie ormai stracolma e aver svuotato e ripreparato la lavatrice con partenza programmata a sei ore dopo, spazzava in cucina ed in soggiorno e preparava la cena per mamma.
Mentre rimettevo a letto la bambina, che intanto era crollata, mi chiedevo se il tanto chiacchierato spot fosse stato compreso appieno dai suoi critici. Lo spot infatti non vende lo stile di vita in cui la donna serve a tavola il marito ma utilizza quella immagine per vendere un altro prodotto, non ha cioè un intrinseco contenuto educativo che possa andare seriamente ad impattare sui processi di crescita di un infante.
 Un contenuto educativo molto più penetrante potrebbe averlo, tanto per fare un esempio, diamine quando calpesti uno di quei puffetti in plastica a piedi nudi il dolore è mistico, un cartone animato o uno di quei programmi cui i bimbi si dedicano con la totale attenzione di cui sono capaci.
E così mi è venuto in mente che, ad esempio, in una puntata di Peppa Pig la protagonista ed il fratellino trovano del tutto normale che Papà Pig cucini mentre Mamma Pig è impegnata in un importante lavoro al computer.
Bussano piano alla porta, è mia moglie che rientra dal lavoro.
-         Sono stanchissima, vado subito a dormire.
-         Guarda che c’è la cena pronta.
-         Non ce la faccio, sapessi che giornata al lavoro, a che stai pensando?
-         In questo momento a Peppa Pig.
-         Beato te.
E così quando ascolto certe critiche sull’immagine che si dà dell’universo femminino negli spot o sul ruolo crescente che dovrebbero avere le donne nella società odierna ritengo che si debba prestare più attenzione a cogliere non solo quanto sta avvenendo ma anche quanto è già avvenuto nel campo della reciprocità dei ruoli.

O almeno si debba vedere qualche puntata di Peppa Pig.

1 commento:

KERMIT ha detto...

i maschietti mettono i vagoncini nel bidet perché sin da piccoli hanno voglia di infilà qualcosa da qualche parte! :-)