martedì 27 dicembre 2011

A casa per la vigilia di Natale

La vigilia di Natale guardavo mia figlia disegnare.
Nonostante i suoi 23 mesi scarsi di età l’impugnatura della matita colorata è pressoché perfetta e l’inclinazione sul foglio della grossa punta poco affilata le consente di dedicarsi con una certa libertà ai suoi capolavori.
Il 23 dicembre la bimba era lì che disegnava delle forme vagamente ovoidali cui imponeva un nome, ed ecco venir fuori Barbapapà, Barbottina, Barbabella e via così per tutta la famiglia dei blob a colori assortiti.
Sulla manina che impugna la matita campeggia la crosticina della flebo appena tolta e mi sembra di vedere anche la vena un po’ troppo sporgente.
Ho una stretta al cuore pensando allo stesso segno sul piedino.
Nessun bimbo dovrebbe avere di questi segni a Natale.
Anzi nessun bimbo dovrebbe avere di questi segni.
Speriamo che passi tutto prestissimo.

mercoledì 19 ottobre 2011

Ma chi li disegna i marciapiedi così stretti e ci ficca pure un lampione??

A volte me lo chiedo con una certa acredine.
Insomma hai un marciapiede che conduce all'ingresso di un parco urbano.
E non un piccolo parco, nientedimeno che la villa Doria Pamphilj, un parco gigantesco, e l'ingresso di Via Vitellia si raggiunge con un marciapiede strettissimo.
E se non bastasse ci ficchi pure un lampione in mezzo??
Il risultato è questo....

lunedì 17 ottobre 2011

Dorme la pupa? Se ci sono i nonni in giro evidentemente no!

All’inizio della mia esperienza di genitore credo che la domanda che mi è stata posta più spesso sia stata quella sul sonno.
Dorme? Quante volte si sveglia? Fa i capricci per dormire?
Domande tutto sommato legittime cui rispondevamo in maniera alquanto vaga mentre rispondevamo in maniera netta e decisa se ci venivano proposte in una delle versioni sadomasochistiche. Quante volte la svegliate per la poppata? Ma mentre lei dorme voi riuscite a dormire?

martedì 11 ottobre 2011

La scoperta dell'origami

Per me l’origami è stata una scoperta recentissima.
Diciamo che prima che la piccola cominciasse a stimolare il mio lato più artistico e creativo era solo un modo per fare dei modellini di carta.
Poi abbiamo cominciato a esserne affascinati insieme.
Ieri tema marittimo, che le piace tanto, e così giù granchietti e pesciolini.
Da fare sono davvero facili e l’effetto è assicurato; certo se volete fare mirabilie ci vuole un po’ di esercitazione in separata sede. In realtà per chi è imbranato come me la fase del ritiro è necessaria anche per cose semplici come queste. Però vuoi mettere la soddisfazione; quando la piccola l’ha visto ha fatto hooooooo e si è messa le manine alla bocca per un attimo prima di lanciarsi in una strepitosa imitazione del pesciolino.

martedì 4 ottobre 2011

Ma che musica maestro

Ho scoperto solo da poche settimane che mia figlia sta maturando gusti musicali propri ed indipendenti dai miei e da quelli della madre. Da parte mia sto cercando di proporle anche qualcosa di più delle solite filastrocche, non foss’altro che sono davvero terrorizzato dall’idea di stare due ore in auto con coccodrilli che non si sa che fanno, porcellini e lupi e una quarantina di gatti.
E proprio proponendole cose varie, sia di autori che conosco bene che di altri, ho scoperto che la piccola gradisce molto alcune voci che io conosco poco.
Ad esempio Ella Fitzgerald è molto gradita a quello scricciolo capellone che gira per casa roteando su se stessa sulle note di A- Tisket  A-Tasket e di Mr.Paganini, e anche se il jazz e lo scat non hanno avuto vita facile finora in casa nostra ci stiamo attrezzando per venire incontro ai gusti della nostra principessina.
Devo dire che qualche volta si dimostra sensibile alle mie stesse corde e segna il tempo con la testa e schioccando le dita su qualche classico di Johnny Cash o su qualcosa di McMurtry, anche se lo schioccare le dita di una bimba di 19 mesi più che altro fa tornare alla mente l’imitazione del granchietto.
Ma indipendentemente da quello che l’erede comincia a scegliere mi rende felice vederla agitare la testolina riccia, sorridendo sulle note di una canzone.


giovedì 29 settembre 2011

Bisogna imparare a dire anche di no

Bisogna imparare a dire anche di no.
Che è molto più semplice a dirsi che non a farsi, domenica scorsa ho portato la bimba alle giostre al Gianicolo. Proprio quelle un pò all'antica con la macchinina degli antenati che se pigi il bottoncino fa poti-poti e la moto a tre ruote che se una manina gira la manopola del gas fa vruum.
Ci eravamo stati di passaggio nella settimana ed era stato un tranquillo esordio della pupa, un paio di giri e via a casa a mettere l'acqua della pasta sul fuoco. Domenica ci siamo fermati e la pupa ha sparato un sorrisone dei suoi chiedendo a gran voce 'Tostre, tostre', noi avevamo un pò di tempo in più, e allora mi sono messo tranquillo, ho cominciato a metter su giri e gettoni con la bimba che ha voluto provare moto e carrozze, barche dei pirati e una mini macchinina tipo smart per le bambole. La mini smart 2 volte, entrambe con me seduto al suo fianco, e la macchinina, ma questo mi sembra ovvio, non era cabrio ma proprio col tetto e per farci entrare una discreta porzione del mio corpo ho dovuto azionare giunture che non sapevo neanche di possedere.
Alla fine dell'ultimo giro, quando ho preso in braccio la bimba per tornare all'auto, lei è scoppiata in lacrime ed indicando la giostrina  ha cominciato ad urlare 'Là, là'
Io monolitico e fermo ho detto di no e l'ho messa in auto, ma a giudicare dalle emozioni che ho provato sono sicuro di non aver imparato nulla.

La mia prima riunione all'asilo. Ma noi come siamo cresciuti?

Ieri mi sono sentito un pò al mio primo giorno di scuola.
L'asilo cui è iscritta la pargoletta ha indetto una riunione con tutti i genitori dei bimbi, i bimbi no loro non potevano essere presenti, per illustrare un pò il progetto educativo ed i laboratori che interesseranno, con diverse modalità, i bimbi delle varie fasce di età, il laboratorio di giardinaggio e di tessitura ed il laboratorio narrativo di lettura animato con le marionette.
Come avremo fatto a crescere noi, allo stato semi brado e senza quasi nessuna consapevolezza da perte dei nostri genitori del loro ruolo progettuale ed educativo, è un argomento che mi affascina e che mi piacerebbe approfondire.
Noi a casa spesso ci mettiamo sul tappeto e l'alce Francesco, una delle marionette preferite, legge una storia della Pimpa e poi gioca ad inseguirsi con la piccola.
Quando l'alce Francesco, con una voce incredibilmente simile a quella di papà, urla che vuole mordicchiarsi il culetto, la pupa urla di gioia, ride e continuando a correre si mette una mano dietro come a proteggersi il sederino.
Da oggi lo abbiamo ribattezzato 'Laboratorio psico motorio di inseguimento'

venerdì 23 settembre 2011

Ma quanto pesano 13 chili?

Sono stato alcuni giorni a casa grazie a quell’istituto che si chiama ‘malattia figlio’.
La piccola ha avuto un po’ di raffreddore, muchi e tutto il resto appresso e nei primi due giorni è stata un po’ lamentosa ed ha voluto stare spesso in braccio.
Anche quando cucinavo.
Ecco, cucinare con 13 chili di bimba in braccio è davvero faticoso.
Il bicipite duole, l’avambraccio si infiamma e arrivi al punto che girare il purè col braccio che hai appena liberato da sotto al sederino della pupa (che pesa 13 chili) è impossibile, incriccato com’è dal peso e dalla postura, ma ovviamente lo fai lo stesso.
Scolare la pastina è un esercizio eccessivamente rischioso e quindi prepari primi che possano essere serviti senza passaggi acrobatici e quando finalmente fai accomodare l’erede, e soprattutto i suoi 13 chili, nel seggiolone il braccio è talmente carico di acido lattico che trema quando impugni il cucchiaio ed allora affidi il cucchiaino alla pargola sperando che se la cavi da sola
Forse non l’ho ancora detto ma la pupetta pesa 13 chili!

venerdì 16 settembre 2011

Nido comunale. Dorata utopia

Si può riuscire nell’impresa di essere genitori abitando in un posto come l’Italia, un posto apparentemente allergico a tutti i nati dalla seconda metà degli anni 60 del secolo scorso in poi, allergia che sembra trasformarsi in odio per chiunque abbia avuto l’ardire di nascere in questo millennio?
E per carità io so benissimo di essere non fortunato ma fortunatissimo.
Anche se il nido comunale è una utopia e la graduatoria vede la piccola piazzarsi intorno al duecentesimo posto su 2 disponibili

Interpellati via telefono gli addetti del Comune mi hanno però illuminato la giornata “Non si preoccupi, quei due posti sono stati soppressi in quanto non è stata rinnovata la convenzione” al che io ho risposto “Vabbè poteva andare peggio, non siamo duecentesimi su due posti, siamo duecentesimi su ZERO posti”

c’è un asilo privato vicino casa molto carino che si prende la bimba per circa 500 euro mensili.
Se vi state chiedendo dove divento fortunatissimo eccovi svelato l’arcano; è una somma che mi posso permettere. Però mi chiedo, potranno fare altrettanto le 199 famiglie che ci precedono nella classifica?
E le centinaia che ci seguono?

giovedì 15 settembre 2011

Quel che resta di un uomo che diventa papà

Non  mi sono mai lamentato della vita che faccio.
Custodisco gelosamente dei ricordi davvero belli che sono certo continueranno a farmi compagnia finché avrò un fiato di vita a colorarmi le guance, e molti altri ricordi continuerò a costruirmi giorno dopo giorno.
A volte penso a ciò che sono stato e mi stupisco sempre un pò di tutte le esperienze che sono riuscito a vivere.
Sono stato arbitro nazionale di pallacanestro e impiegato in una impresa di costruzioni.
Ho percorso in moto sterrati in Corsica e Grecia ad oltre 100 all'ora e sono stato impiegato della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Ho lavorato con Gino Giugni ed imparato a suonare la chitarra classica.
Ho tenuto un blog sotto falso nome ed ho tenuto il timone di una nave mercantile.
Ho avuto un'auto con le portiere che si aprivano solo dall'esterno e sono stato funzionario dell'Unione Europea.
Ma per la maggior parte dei miei vicini di casa di oggi non conta quel che sono o quel che sono stato, per la maggior parte dei miei vicini sono solo il papà di Anna.
Ed in pieno cuore va bene così.

mercoledì 14 settembre 2011

3 papà e 3 bebè

Sono andato a prendere la piccola al nido.
I giochini che non si vogliono lasciare, i musetti che inteneriscono, gli amichetti che fanno ciao ciao con la manina. Insomma il solito spettacolino pomeridiano.
Infilo l'erede nel passeggino e vado a casa di una sua amichetta in compagnia di un altro piccolo fagottino.
Insomma nel giro di una mezz'oretta dall'arrivederci al nido siamo a spasso in Villa Pamphili in tre.
Mia moglie è al lavoro come la mamma dell'amichetta mentre la mamma del bimbo che è con noi è incintissima ed ha lasciato le redini al compagno per alzare un pò i piedi.
I tre angioletti si rincorrono e si spingono, cadono e si rialzano qualche volta piangendo e qualche altra ridendo, spingono il passeggino e fanno il passo dell'elefante e della formica.
Noi padri siamo un passo indietro, non di certo uniche figure maschili in una villa popolata di tantissimi bambini.
La parte forse maggiore è affidata alle nonne o al nonno e alla nonna insieme, una parte che mi sembra residuale ai soli nonni maschi.
Ma i bimbi che sono al parco con un solo genitore sono affidati in pressochè egual misura al solo papà o alla sola mamma.
Tra panchine ed altalene un assaggio di eguaglianza sostanziale tra uomini e donne

martedì 13 settembre 2011

Vivere in un mondo di sorrisi

Stamattina la piccola ha insistito per portarsi dietro, al momento di uscire per andare al nido, il passeggino gioco che si diverte a spingere avanti e dietro per il soggiorno di casa.
Ancora non si è decisa a parlare ma me lo ha fatto capire benissimo, se lo è trascinato vicino al cavalcabile, si è seduta su quest’ultimo all’amazzone (con tutte e due le gambine dal lato del passeggino) e poi, le mani e le braccia aperte per segnalare il suo disappunto, mi ha indicato il passeggino.
Neanche il tempo di dirle “Dai che ce lo portiamo” che è  balzata in piedi con un sorrisone e le manine strette sull’oggetto del desiderio.
Dal cortile di casa fino alla nostra meta non si è più salvato nessuno, orgogliosamente felice ha dispensato gioia a chiunque incontrava.
E tutti quelli che abbiamo incontrato si sono lasciati conquistare, solo una signora è riuscita a resistere un attimo in più, ma era chiaro che si stesse sforzando di fare la faccia rabbuiata, una ultima stoccata, un altro sorrisone ed anche lei è caduta.
E’ bello cominciare la giornata in un mondo di sorrisi.

lunedì 12 settembre 2011

La piccola subisce, si ribella, piange e….

Fa caro caro.
Non ci credevo, venerdì sera eravamo a casa di amici per una festicciola, e la piccola aveva trovato un mini carrello della spesa con cui si stava divertendo tantissimo.
Ad un tratto una bimba di circa 16 mesi, lei ne ha 19, ha cercato di strapparle il gioco. Lei ha resistito, ha tenuto duro ma alla fine ha mollato e, le manine strette sul manubrio del mini carrello, è scoppiata in un pianto disperato, il labbro inferiore tremante in una smorfia, i lacrimoni che rotolavano sulle guanciotte.
Poi si è voltata verso l’assalitrice, l’ha guardata e le ha fatto caro caro.
La manina sui capelli di quell’altro fagottino le faceva caro.
Ho avuto davvero una strizzata al cuore.

venerdì 9 settembre 2011

Andiamo a fare la spesa

Ho portato la bambina a fare la spesa, niente di straordinario per carità.
Due passi in allegria fino al supermercato all'angolo e poi un pò di caciara tra le corsie.
In realtà molta caciara, la bimba saluta con trasporto ed affetto chiunque incontriamo e ci resta anche un pò male se il 'salutato' non la sente urlare 'giò giò' o 'cià cià' e non si volta o, peggio ancora, la sente si volta e non risponde.
Quando succede sembra essere stata tradita nelle sue più ferme convinzioni, trasmette la sua delusione, sembra voler dire "Ma come, io ti faccio ciao e tu non mi rispondi nemmeno? Sei un cattivone!!"
Ma dura solo un istante e poi si rimette a sorridere, che bello!!

giovedì 8 settembre 2011

Quando le mamme lavorano

Ieri io e mia moglie abbiamo accompagnato insieme la bimba al nido.
Alle 16 e 30 sono andato a prenderla da solo, abbiamo giocato, camminato, visto gli uccellini
Piccioni e colombi, uccellini solo perchè la piccola grida loro dietro cippicicppicippi
poi siamo andati a casa e abbiamo cucinato, mangiato, letto i racconti, giocato, preso il latte e svenuti dal sonno.
La mamma è tornata dal lavoro elle 23 e 30 circa, la piccola dormiva da quasi 2 ore.
Stamattina la mamma è uscita alle 6 e 30, la piccola ha dormito un'altra ora poi l'ho svegliata.
L'ho lavata e preparata a puntino, le ho dato il latte ed i biscottini e portata al nido.
Oggi la piccola finalmente ha rivisto la mamma quando lei è andata a prenderla al nido.
Non so se soffre di più mia moglie o mia figlia

mercoledì 7 settembre 2011

Che non fosse facile essere padri lo sapevo, però....

Che non fosse facile essere padri lo sapevo già da un pezzo.
Essendomi affacciato alla genitorialità, ed alla gravidanza di mia moglie, a 40 anni passati avevo già assistito all'impatto di un infante negli equilibri di una famiglia.
Il benvenuto nel mondo che ho dato a mia figlia alle 4 meno un quarto di una fredda mattina di gennaio è stato seguito subito dopo da un benvenuto nel mondo dei padri che mi ha appioppato mia madre.
Alle 4,02 della medesima, fredda, mattina di gennaio, mentre assistevo emozionato alla visita del pediatra a quel fagottino urlante
Emozionato un cavolo, piangevo a dirotto, quando il medico mi ha chiesto il nome della bimba singhiozzavo così forte che non sono riuscito a spiccicare parola e l'ostetrica ha commentato "A dottò, meglio se ce lo famo dire tra un pò, a questo (io me) ce lo giochiamo" 
dicevo alle 4,02 mentre prendevo piena coscienza della capacità delle mie sacche lacrimali mia madre mi ha inviato un sms.
Lo giuro sulla testa di mia madre, mittente del detto sms, il testo era:
"E' nata Anna. Tutto bene. MAMMA"
Così, con la firma tutta maiuscola.
Ma io sono il padre mica uno che passava di qui alle 4 di notte senza un'acca da fare ed in più sono esattamente davanti alla bimba, lo vedo benissimo che è nata e urla, piange e fa le faccette.
E' stato il momento in cui ho capito che fare il padre è un mestiere che si conquista momento per momento.